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Francesca Schillaci

Nata nella profonda Carnia, si trasferisce a Trieste in giovane età per studiare letteratura straniera e lavorare. Vagabonda e irrequieta, dopo svariati viaggi all'estero decide di fermarsi a Trieste per colpa del suo attuale marito che l'ha sedotta con una bottiglia di grappa domacia e con sogni di anarchia da subito condivisi. Lavora come giornalista e scribacchina, in particolare con testate locali e segue il lavoro di alcuni artisti della città. Assidua sostenitrice delle osterie patoche, quelle belle autentiche, cerca l'anima della gente dentro i racconti che offre, di solito i migliori dice che sono sempre accompagnati da qualche litro di vino. Fervente amante del freddo, fugge dall'estate in tutti i modi, tranne se le viene proposto di rinfrescarsi con delle bevande preferibilmente alcoliche e unite da buona compagnia. Pratica strani maneggi stregonici da quando è bambina, conosce le erbe e le lune perché è selvatica e lunatica. Vive con quattro gatti neri che sono la sua famiglia e ritiene che gli animali siano di gran lunga più intelligenti delle persone. E molto più simpatici. Ama Trieste e i triestini, tranne quando vanno in bici e guidano sulle strade della Carnia, ma non riesce ad andarsene perché è l'unico luogo in cui si è sentita veramente a casa. Dichiara che la carta di identità sostiene lei abbia 36 anni e sia del segno dell'Ariete, ma in realtà lei è rimasta ai suoi 25 anni, innamorata di Trieste allo stesso modo, piena di sogni di anarchia, convinta che non esista problema che non possa essere risolto bevendo una bottiglia di vino, insieme.